Sanatoria edilizia in area vincolata: cosa dice il Consiglio di Stato sulla compatibilità paesaggistica

Un recente pronunciamento del Consiglio di Stato (sentenza n. 4892 del 2025) chiarisce un punto fondamentale per le sanatorie edilizie in zone sottoposte a vincolo paesaggistico: non tutte le opere possono essere sanate, soprattutto se non risultano compatibili con i valori tutelati dal vincolo. Vediamo cosa comporta questa sentenza e quali sono le implicazioni concrete per chi ha realizzato abusi edilizi in aree vincolate.


Sanatoria paesaggistica: non è un automatismo

Il principio espresso dal Consiglio di Stato è chiaro: il nulla osta paesaggistico non può essere concesso automaticamente, nemmeno in caso di opere apparentemente minori. Deve sempre esserci una valutazione sostanziale della compatibilità tra l’opera abusiva e i valori paesaggistici che il vincolo intende tutelare.

Non è sufficiente quindi che l’opera non sia particolarmente impattante; ciò che conta è se l’intervento altera o compromette l’identità del paesaggio tutelato, anche in misura lieve.


Il ruolo della Soprintendenza

Nel caso trattato dalla sentenza, la Soprintendenza aveva negato l’autorizzazione paesaggistica in sanatoria per un intervento edilizio realizzato senza titolo in un’area vincolata, sostenendo che le opere compromettevano l’armonia del paesaggio rurale storico.

Il Consiglio di Stato ha confermato che la Soprintendenza ha piena discrezionalità tecnica nella valutazione della compatibilità paesaggistica. Il Comune, quindi, non può rilasciare un’autorizzazione paesaggistica in sanatoria in contrasto con il parere negativo della Soprintendenza.


I giudici: sanabile solo ciò che è compatibile

Secondo la sentenza:

“Il rilascio del nulla osta in sanatoria può avvenire solo quando l’opera sia comunque compatibile con i valori paesaggistici da tutelare”.

In altre parole, la sanatoria paesaggistica non può essere usata per “sanare tutto”. Deve restare uno strumento eccezionale e subordinato a una valutazione di merito. Questo vale anche per opere apparentemente minori, come tettoie, pergolati, recinzioni o piccoli ampliamenti.


Le conseguenze per i cittadini

Per chi ha effettuato interventi edilizi in aree soggette a vincolo paesaggistico, questa sentenza rappresenta un richiamo alla prudenza. In sintesi:

  • La sanatoria paesaggistica non è garantita: va valutata caso per caso.
  • Il parere della Soprintendenza è vincolante: un esito negativo può bloccare del tutto la possibilità di regolarizzare l’opera.
  • È fondamentale verificare preventivamente la presenza di vincoli e consultare un tecnico abilitato.

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